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frodi fiscali

Partite Iva apri e chiudi: perché la nuova normativa è corretta

23 Agosto 2023

di Redazione CD Blog
 

“Partite Iva apri e chiudi”: vengono chiamate così quelle partite Iva aperte per avviare un’attività ma poi chiuse prima di essere tracciate dal Fisco e dover quindi pagare le tasse. Il soggetto fraudolento fa perdere le proprie tracce e ripete poi più volte l’operazione per continuare a non pagare le imposte. Spesso questo stratagemma viene usato anche per beneficiare in maniera illecita di crediti Iva e bonus, come il Superbonus 110%.

Da circa un mese però la situazione sta cambiando, grazie a una norma prevista dalla Legge di Bilancio 2023 (in particolare il comma 15-bis.1) che dallo scorso 31 luglio ha permesso all’Agenzia dell’Entrate di emanare 1.221 provvedimenti di cessazione d’ufficio di partite Iva. Di queste:

  • 359 sono state intercettate e chiuse in Lombardia (29%)
  • 254 nel Lazio (21%)
  • 166 in Campania (14%).
  • A seguire Toscana e Veneto con 105 chiusure.
  • n tutte le restanti regioni i provvedimenti hanno interessato complessivamente 232 soggetti.

IIn aggiunta, sono già state stilate nuove liste di altre partite Iva caratterizzate da anomalie e consistenti operazioni economiche, pari a oltre 2 miliardi di euro, sulle quali sono in corso approfondimenti.

“Si tratta senza dubbio di un provvedimento molto utile ed efficace per contrastare e prevenire il fenomeno evasivo: introduce infatti la possibilità per le autorità competenti di intervenire immediatamente attraverso la cessazione d’ufficio della partita Iva per quegli operatori economici caratterizzati da profili di grave e/o sistematica evasione e di inadempimento degli obblighi fiscali. In questo modo è possibile evitare che questi soggetti fraudolenti continuino a danneggiare il sistema durante le indagini delle autorità”

commenta Christian Dominici, commercialista e fondatore di CD spa, spiegandone il meccanismo e le principali novità:

“Il recente obbligo per i liberi professionisti di inviare al Fisco le fatture in formato elettronico ha facilitato la scoperta di frodi erariali da parte dell’Agenzia delle entrate, grazie ai controlli telematici. Tuttavia finora il meccanismo di blocco delle partite Iva fasulle si è rivelato molto lento e farraginoso: l’Agenzia o la Guardia di Finanza dovevano prima di tutto avviare un accertamento formale nei confronti del contribuente, verificare la presenza di fatture false e solo in seguito era possibile avviare un processo ed eventualmente un’istanza di fallimento nei confronti del contribuente. Per bloccare l’attività della partita Iva incriminata era quindi necessario aspettare un lasso di tempo non indifferente, durante il quale il truffatore poteva portare avanti le sue attività illecite e continuare a danneggiare il sistema. Il nuovo meccanismo introdotto dalla Legge di Bilancio 2023, invece, consente un’azione di intervento molto più rapido, in quanto permette fin da subito alle autorità un’azione inibitoria contro i contribuenti sospettati di frodi fiscali, impedendo loro di emettere fatture”.

Concludendo, Christian Dominici valuta questo strumento

“non solo utile, ma anche necessario soprattutto in alcuni settori, come quello logistico o edilizio, che più si prestano a frodi Iva sulla fatturazione”.